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Processo
Ha ucciso 40 volte, scarcerato
di SALVO PALAZZOLO 30 ottobre 1999 - fonte: Repubblica
PALERMO - Niente più carcere per Salvatore Grigoli, il killer reo confesso di padre Pino Puglisi. La sentenza di condanna a sedici anni, per l' omicidio del sacerdote, lo aveva bollato come "socialmente pericoloso". A distanza di due settimane, altri giudici, quelli del Tribunale della libertà, ribaltano il verdetto. Grigoli andrà agli arresti domiciliari. D' un colpo vengono così messi da canto i timori dei giudici della corte d' Assise presieduta da Salvatore Virga: che il pentito, reo confesso di quaranta delitti, avrebbe potuto darsi alla fuga per evitare di scontare le pesanti condanne già ricevute. Niente di tutto questo. I giudici del riesame sono stati confortati dal parere favorevole della Procura: "E' bene ricordare - dice il legale del collaboratore, Maria Carmela Guarino - che Grigoli non ha alcuna sentenza passata in giudicato e lo stesso pubblico ministero del processo Puglisi, Lorenzo Matassa, non aveva chiesto l' arresto". In difesa di Grigoli scende oggi il successore di don Pino Puglisi, padre Mario Golesano, che da qualche mese è diventato anche la guida spirituale dell' ex sicario scelto di Cosa nostra. "Sin dal primo incontro - dice - non ha mai chiesto uno sconto di pena o alcuna agevolazione. Il rimorso è sempre presente nell' animo di Salvatore. Adesso sta solo cercando di fare un percorso interiore di riscatto. E poi vorrei dire: se la magistratura gli ha concesso sconti di pena lo ha fatto soltanto perché ha ritenuto le sue dichiarazioni più che attendibili". La Corte d' assise del processo Puglisi era stata più che severa con i collaboratori di giustizia: non solo aveva messo in crisi uno dei paradigmi giudiziari più consolidati degli ultimi anni, la regia comune dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, condannandone solo uno. Ma poi aveva emesso un' ordinanza senza precedenti: aveva fatto la conta delle condanne già subite dal pentito cardine del processo, Grigoli, e si era accorta che con quella Puglisi sarebbe stata la quarta. Troppe, ritennero, per non far insorgere la tentazione della fuga. La Corte d' assise di Firenze ha condannato il collaboratore a 18 anni per la strage degli Uffizi. La Corte d' assise di Palermo a venti anni per l' omicidio del piccolo Giuseppe, figlio del pentito Santino Di Matteo. Un' altra corte, sempre a Palermo, gli ha inflitto 15 anni per un altro omicidio. La decisione dell' Assise fu una doccia fredda per Grigoli: proprio da pochi giorni aveva conquistato gli arresti domiciliari da parte di altri giudici. Due diverse scuole di pensiero su Grigoli ma soprattutto su un articolo del codice di procedura penale, il 307. Secondo la Procura di Palermo, la Corte d' assise non avrebbe potuto emettere un nuovo provvedimento di carcerazione in assenza di un' esplicita richiesta del pm. La Corte d' assise aveva ritenuto invece diversamente credendo che fosse prevalente un' esigenza "sostanziale": evitare che il collaboratore potesse darsi alla fuga. "Non è socialmente pericoloso", ripete l' avvocato Guarino. Lo stesso Grigoli, nel corso di una intervista al nostro giornale aveva raccontato il suo percorso interiore di conversione. Dopo il delitto Puglisi, il 15 settembre del ' 93, Grigoli era rimasto latitante ancora fino al 20 giugno ' 97 quando fu arrestato dalla Squadra Mobile. Qualche ora dopo meditava già la scelta di collaborare con la giustizia. Da allora è rimasto solo due anni in un carcere. Ieri, Salvatore Grigoli ha lasciato il carcere e si è ricongiunto alla moglie e ai figli che abitano in una località segreta: "Anche loro hanno condiviso la mia scelta", ci disse nel corso dell' intervista, a settembre: "Se non avessi rotto con Cosa nostra anche i miei figli sarebbero stati inghiottiti dal vortice mafioso". "Sconti non se ne devono fare a nessuno - dice padre Golesano - ma nemmeno dobbiamo peccare di giustizialismo. Faremmo un torto a don Puglisi".
Processo per l'omicidio di Padre Puglisi
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